martedì 15 ottobre 2013

All In.

Monkey Wrench, da qualche parte nello spazio, 15 ottobre 2515.

Apre gli occhi. Quello che vede lo lascia confuso, sorpreso.
E' seduto ad un tavolo da poker. Sul panno verde sono sparsi cumuli di chips, banconote, bicchieri e bottiglie. Ha in mano due carte. Buone carte. La cosa è rara, con la sfortuna che lo perseguita, ma non è questo a stupirlo. E' la compagnia al tavolo.

Bill Blackbourne lo fissa oltre una nuvola di fumo di sigaro. Incredibilmente, sorride.
“Haggerty, ti sei addormentato? Sta a te.”
Colpisce con un tocco delicato la punta del sigaro, la cenere precipita al suolo.

“Quante volte ti devo dire di non buttare la sporcizia a terra, Bill?”
La voce suona famigliare. Il chimico si volta, incuriosito, verso la figura al fianco dell'Head di Hall Point. Vi trova, non senza stupore, Molly Cox.
“Poi non pulisco, ve lo dico. Fate sempre pulire me. Cenere, cartacce, sangue.”

“Non è stata colpa mia. E' Hag che sporca.”
Un posto più in là, al tavolo verde, c'è Joe Black. Che alza le mani, come se si stesse arrendendo, e sogghigna. “Diglielo, Hag. Sono innocente.”
Huck non fa in tempo a rispondere, perchè un'altra voce si inserisce nella conversazione.

“Innocente un cazzo. Ti avremmo già arrestato, se quello lì avesse parlato.”
C'è un dito accusatorio puntato contro il chimico. Risalendo oltre mano, polso e braccio, si trova una divisa militare. All'interno, Coco Aguilar.
“A proposito, Haggerty. Sta a te parlare..”

“..e non abbiamo tutta la notte. C'è una guerra da combattere.”
La frase arriva dall'ultimo partecipante alla partita. Huck si volta, sempre più incredulo, e trova nel posto accanto a sé Jack Rooster. Che al contrario dell'alleata non è in divisa, ma nello stesso vestito che indossava al matrimonio di Ritter.
“Muoviti, chimico.”

Sbatte le palpebre. Scola in un sorso il bicchiere di whisky che ha davanti. Guarda le proprie carte. Guarda Bill, Molly, Dragan, Coco, Jack. Guarda la montagna di gettoni colorati. Ne spinge una parte verso il centro del tavolo.

“Raise.”

Blackbourne, senza parlare e senza smettere di sorridere, chiama la puntata. E così tutti gli altri, tranne Cox. La pilota sospira, scuote il capo, abbandona la mano.
“Fold. Io con questo..” alza lo sguardo su Huck. “..non voglio avere a che fare. Mi sono lavata le mani della sua vita tanto tempo fa.”
Molly fa scivolare la sedia indietro, si alza. Prima di allontanarsi lascia un bacio sulla guancia di Dragan. “Non barare, fratello.”

Una volta controllate le puntate, il Dealer gira tre carte sul panno verde. E' solo a questo punto che Huck si accorge di chi sta facendo il mazzo. Avrebbe giurato che un attimo fa non c'era, eppure è lì, seduto in mezzo a loro. Profeta Vandoosler. Con gli occhi densi di switch, una camicia fradicia incollata ai muscoli e il tono zuppo di una fiduciosa sicurezza. “Deve avere un ottimo motivo.”

Il chimico non ha il tempo per replicare, perchè questa volta è Bill ad aggiungere al piatto un nuovo rilancio. Rooster e Black chiamano, senza esitazioni. Huck ci pensa, ma fa lo stesso.
“No. Lascio anche io.”
Coco, invece, abbandona la mano e il tavolo.
“Non è attendibile. Avessi carte migliori potremmo intavolare una trattativa in merito..”
“Non è colpa mia se hai carte schifose, sorella.” La voce ed il sorriso arrivano da Andre, che invitato da un'occhiataccia di Jack (la stessa occhiataccia rifilata a Dragan quando, mesi prima, festeggiò un matrimonio bombardando il cielo) taglia corto per girare un'altra carta sul tavolo.
La quarta. Ne manca una, e stanno giocando ancora in quattro.

“Stai bluffando, ammiraglio.” fa Joe.
“Hai solo un modo per uscire bene da questa situazione.” risponde lei, con un cenno del capo verso le pila di gettoni del Weaver.

Huck invece guarda prima le proprie carte, poi le proprie chips, quindi le carte sul tavolo. Due assi in mano, due sul panno verde. Poker
Non può perdere.

“All In.” Spinge tutto quello che ha oltre l'immaginaria linea che separa i propri gettoni da quelli nel piatto. E' avvolto da un senso di sicurezza, di tranquillità, che non prova da anni. Almeno fuori dalla cabina del capitano della All Saints.

“D'accordo. All In.” Fa Black.
“All In.” Fa Jack.
“All In e rilancio.” Fa Bill, stupendo la compagnia. Qualche secondo di sgomento dopo è Vandoosler a chiedere spiegazioni.
“Hai finito le chips, Blackbourne. Con cosa rilanci?”

L'Head di Hall Point abbandona il sigaro nel posacenere. Alza la destra, ormai libera, per puntarla verso Huck. L'indice teso contro il volto sorpreso del chimico.

“La vita di Haggerty.”

Huck apre la bocca per protestare, ma qualsiasi bestemmia volesse strillare non esce. Si rende conto, all'improvviso, di essere senza voce. Cerca di alzarsi, ma le gambe non rispondono. Abbassa gli occhi sulle proprie carte e al posto dei due assi, di quella mano certamente vincente, trova un pezzo di carta su cui è disegnato un teschio. Un teschio con un cappello da giullare.

“La vita di Haggerty. Ci sto.”
“Anche io.”

La partita, nel frattempo, continua senza di lui.
Jack, Bill e Dragan attendono il verdetto della fortuna, giocandosi il suo destino.
Andre Vandoosler fa per girare l'ultima carta, quella decisiva. Si blocca a metà di quel gesto. Si volta verso Huck. Sorride.
“mi dispiace, fratello.”

..

Huck Haggerty si sveglia in un bagno di sudore, nel buio di un compartimento nascosto in una nave in volo chissà dove, ansimando in cerca di ossigeno.
Prenderà a calci le paratie metalliche fino a quando non otterrà una bottiglia di whisky.