Duankou, casino, 29 luglio 2515.
Duevirgolasette. Per la precisione
2,702703.
Le probabilità di vincita alla
Roulette in caso di puntata su numero singolo.
Il numero singolo su cui scommette Huck
è sempre il 33.
Non per motivazioni religiose, sia
chiaro. E' il numero atomico dell'Arsenico.
E ha più dimestichezza con chimica e
avvelenamenti che con Dio.
“Sfiga puttana!”
Un'altra cosa con cui ha dimestichezza
è la Sfortuna che ricorda spesso ai suoi compagni di gioco, ogni
volta che la mano di Roulette termina con una sua sconfitta.
Statisticamente nel novantasettevirgolatre percento dei casi. In
parole più semplici:
“Perdo sempre! Vaffanculo.”
La seconda parte della frase è forse
diretta al 'verse infame, forse al povero croupier che sta portando
via il suo mucchietto di gettoni colorati appena scommessi. Non è la
prima volta, questa sera. Lo sa il dipendente del casino, lo sa il
chimico, lo sa il pilota di Gracestone che lo ha accompagnato ai
tavoli per cui condividono amore ed odio, a seconda di dove va a
fermarsi la pallina bianca. Questa sera la Fortuna e la ruota
numerata non sorridono ad Huck.
Deve quindi accontentarsi del ghigno di
Rudy, che incassa la propria vincita con evidente entusiasmo e aperta
provocazione.
“Prima o poi imparerai a giocare,
Haggerty.”
“So giocare meglio di te, ma da
qualche tempo.. ho una sfiga pazzesca.”
“Sfortunato al gioco, fortunato in
amore.”
Il pilota conclude la frase
indirizzando un occhiolino al chimico, poi viene attirato dalla voce del
croupier che riapre le danze sul tavolo verde. Al contrario,
l'attenzione di Huck è da tutt'altra parte. Una smorfia sorpresa e
vagamente infastidita ha seguito la frase appena sentita, lo sguardo
è scappato oltre la vetrata che fa da parete al casino. Smarrito tra
le stelle, quasi potesse individuare ad occhio nudo una chioma bionda
su un pianeta distante anni luce.
Le labbra lasciano sfuggire un mugugno
allo stesso tempo affettuoso e ostile, diretto da qualche parte nel
nulla dello spazio.
“Vaffanculo, Culodicuori.”
Non fa in tempo a girarsi di nuovo
verso il tavolo, a sistemare una puntata sulla solita casella, che
Rudy gli è nuovamente accanto immerso in una risata fragorosa. Una
mano tesa, l'indice puntato verso il lato opposto del salone, verso
un'altra vetrata, altro buio e altre stelle.
“Guarda che Tauron è dall'altra
parte.”
“Vaffanculo anche tu.”
La pallina bianca viene lanciata, corre
sui trentasette numeri che compongono la ruota.
Non si fermerà sul 33.