Tauron, Madison Ranch, 21 maggio 2515
La luce del mattino lo trova
addormentato ai piedi della grande quercia.
La giacca elegante è sparita,
dimenticata da qualche parte o più probabilmente scommessa e persa.
La camicia, una volta bianca, ha sfumature dell'erba su cui è
caduto, del vino che si è versato in gola e addosso. L'alcol ha reso
il sonno pesante, tanto che qualche guascone ha trovato divertente
infilargli una forchetta nella barba mentre dormiva. O forse anche
quella è lì per scommessa.
Un filo di brezza lo fa tremare, ne
scuote le palpebre stanche: la luce del mattino colpisce le pupille
come i fuochi artificiali di Dragan.
Strizza gli occhi, infastidito.
Al posto del buio trova la confusione
della mente stanca e disidratata.
Immagini che si susseguono senza un
filo logico, ricordi ubriachi e caotici, bolgia di pensieri e flash
sconnessi.
Thor in tiro. Un sombrero. Un nano.
Un nano?
Un angelo violinista. O un angelo e un
violinista.
“E' il mio fidanzato”.
Hyena che palpa una puttana. Hyena che
paga una puttana.
Sono arrivato tardi.
“Una bellissima cerimonia.”
Voglio bere ancora. Giuro su Dio che
non berrò mai più.
Unfuciledellerosedeicuori.
Capitano Culodicuori Edwards.
“Lo riempiamo di botte.”
Ritter e Sterling che ballano.
Ritter e Sterling che ballano.
C'è speranza.
La luce del mattino lo accompagna
nuovamente nel sonno, ai piedi della grande quercia.
Un sonno sbronzo e faticoso. Un sonno
anticipato da un borbottio.
“Fate stare zitto il pianoforte, e
quel coglione che canta.”
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